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L’Avellino e la panchina “infelice”: quando i cambi non graffiano

17 sostituzioni, nessuna partecipazione in zona gol

Nel periodo difficile dell’Avellino, reduce da 4 pareggi nei primi 4 turni di campionato, si nascondono diversi problemi. Si va dalle difficoltà degli attaccanti, ancora alle ricerche delle prime gioie, alla cattiva forma fisica di alcuni giocatori chiave, passando per la carenza di carattere a più riprese evidenziata da Braglia.

Studiando i dati statistici, però, emerge un’altra grave lacuna della formazione biancoverde, quella relativa all’impatto dei giocatori che subentrano. Nelle 4 gare sin qui disputate, Braglia ha utilizzato 17 sostituzioni (media di 4,25 a partita), senza mai riuscire a cambiare l’inerzia del match. Quello che sembrava essere un punto di forza, la rosa lunga, si sta rivelando un fattore inefficace, visto che i cambi non hanno mai inciso sul risultato.

Sono 0 infatti i gol trovati dai subentrati; 0 anche gli assist, a testimonianza di una difficoltà notevole nel dare una sterzata agli incontri. Nell’era dei 5 cambi sono spesso proprio le forze fresche a fare la differenza nei finali di gara, ma questo fattore sta pesantemente mancando ai lupi.

In questa speciale classifica, d’altra parte, l’Avellino occupa l’ultima posizione con Turris, Messina e Fidelis Andria. Quelli che dovrebbero essere i competitor dei biancoverdi – Bari, Palermo e Catanzaro, al netto di qualche difficoltà iniziali – hanno invece già raccolto dati significativi (6, 3, 3) in termini di partecipazione dei subentrati alle reti.

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